Parlare in pubblico

Il quinto corso che ho seguito è stato "Public Speaking" della durata di 4 ore, fatto da Carmelo Cancemi, un attore e formatore. Questo corso spiegava come parlare con sicurezza e scioltezza davanti ad un pubblico. 

Ha iniziato spiegando i 3 livelli su cui si basa la comunicazione:

  • VERBALE: è l'uso del linguaggio che può essere sia orale che scritta.
  • PARAVERBALE: è un sistema paralinguistico, cioè come vengono dette certe cose
  • NON VERBALE: la comunicazione che diamo con il nostro fisico
Nella comunicazione verbale abbiamo due canali, quello di entrata e di uscita. Per fare in modo che il ricevente ci ascolti dovremmo creare un ascolto attivo, cioè dobbiamo farlo partecipare nella nostra conversazione. La cosa più importante è mantenere comunque una coerenza rispetto all'obbiettivo che dovrà essere: misurabile, accessibile e realistico.
L'articolazione quando parliamo dovrà essere chiara in modo che le parole siano nitide.
Il target sono i destinatari di un messaggio pubblicitario e quindi dei potenziali acquirenti del prodotto, è importante conoscerli per essere ancora più coerente. 
Per strutturare un discorso dobbiamo come prima cosa inserire un titolo intrigante che attragga le persone ad ascoltarci, poi ci sono altre 3 fasi: la prima è introduttiva e sarà detta in massimo 7 minuti, poi c'è la fase centrale, dove vengono snocciolati i punti chiavi e infine la fase conclusiva, che avrà un messaggio e una breve sintesi dell'obbiettivo.
Un bravo interlocutore utilizzerà un linguaggio pacifico e mai violento, tiene la giusta distanza e non punta il dito ma si prende le sue responsabilità. 


La comunicazione paraverbale si basa sul nostro timbro, il tono e il volume della voce, quindi si occupa di quello che noi diciamo.
I suoi parametri sono: 
  • Il ritmo: ovvero la velocità dell'eloquio, quando noi parliamo velocemente siamo imbarazzati mentre quando parliamo lentamente siamo calmi e trasmettiamo tranquillità.
  • Il tono: caratterizza ciò che diciamo, determina l'impatto emotivo e puoi comunicare noia o entusiasmo.
  • Il volume: è quello che si viene a creare nella nostra cavità orale che ci permette di alzare o abbassare la voce. Se variamo il volume della voce (non in modo troppo eccessivo) renderemo la comunicazione più potente ed enfatica.
  • Il timbro: è il colore della voce, quello più legato nella nostra personalità ed è unico. Se variamo spesso il nostro timbro lo rendiamo più interessante.
  • Pause e Intercalari: spesso vengono sottovalutate, ma se vengono utilizzate in modo giusto possono creare suspence o mettere in evidenza le parole chiave. Si possono dividere in pause vuote e pause piene. Le prime sono i silenzi tra una frase e l'altra, mentre le seconde sono gli intercalari come "mhh" o "beh".
  • La Adizione: è la scienza che studia la corretta pronuncia delle parole, perché spesso in Italia alcune parole hanno accenti sbagliati perché influenzati dalle regioni. Se si sente troppo un accento del Nord o quello del Sud potrebbe distrarre il nostro interlocutore, quindi dobbiamo trovare una giusta adizione. 

La comunicazione non verbale analizza il linguaggio del corpo è quella che incide maggiormente tra i 3 linguaggi. 
Gli elementi espressivi sono: 
  • L'espressione facciale: grazie ad essa è facilmente riconoscibile l'emozione che stiamo provando. Alcuni nostri dettagli del viso non sono sotto il nostro controllo, come ad esempio arrossire quando siamo in imbarazzo o sbiancare quando abbiamo paura.
  • Lo sguardo: fa trasparire molte emozioni, a volte mentre parliamo in pubblico ci potrebbero essere parole che ci mettono in imbarazzo, e a causa di essi tendiamo ad abbassare lo sguardo. Invece bisognerebbe guardare oltre a loro, oppure trovare un punto che ci metta sicurezza.
  • Il gesto: sono in primo luogo quelli compiuti con le mani. Spesso li usiamo per sottolineare le parole e rafforzarne il significato. Bisogna stare attenti a mantenere una coerenza tra il rapporto del linguaggio verbale o paraverbale con quello non verbale. 
  • La postura: varia molto e può dare un messaggio. Dobbiamo riuscire a controllarla e cercare di correggerla in modo di relazionarsi al meglio con l'interlocutore. 
  • Il sorriso: mette a proprio agio la persona che ti sta affianco e può anche farla sentire rassicurata. 
  • La prossemica: analizza l'occupazione dello spazio e si divide in zona intima, personale, sociale, pubblica.
  • L' aptica: analizza i messaggi derivanti da contatto fisico, ad esempio quando incontriamo i genitori gli diamo un bacio sulla guancia o quando vediamo i nostri amici li abbracciamo. Nel campo lavorativo è meglio evitarli questi gesti, sono ben accetti però strette di mano.
  • L'abbigliamento: riesce a raccontare sempre qualcosa di noi, i colori che ci piacciano, se siamo persone più vivaci o persone più cupe.
  • Le emozioni: è molto importante non fermare o bloccare la passione per il nostro lavoro, anzi, deve trasparire dal nostro sguardo o dai nostri discorsi. Sono l'ingrediente fondamentale della comunicazione umana.
Successivamente ha fatto una slide dove ha messo vari punti per gestire l'ansia, che sono:
  1.  Una buona preparazione 
  2.  Fare esercizio
  3.  Non imparare a memoria il tuo discorso 
  4.  Cercare di ridurre il livello di stress con ad esempio l'attività sportiva
  5.  Parla piano e concentrati sulle reazioni delle persone che ti stanno ascoltando 
  6.  Sii autorevole
  7.  Concentrati su un punto fisso
  8.  Rendi la presentazione interessante e cerca di attirare l'attenzione
Infine ha concluso con dei consigli per la gestione della videocall, come ad esempio stare in un posto illuinato, avere uno sfondo neutro, avere una buona qualità audio, essere vestiti bene, non distrarsi e alzare bene la voce mentre si parla.

Penso che questo corso sia stato molto utile e interessante, alcune cose le sapevo già perché l'avevamo già fatte a scuola ma comunque ha aggiunto altre informazioni importanti e ha dato anche degli esercizi.

Commenti

Post popolari in questo blog

Creazione di una Animazione Collage

Introduzione al design thinking

Il pitch, imparare a presentare le tue idee